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In visita all’abbazia di Chiaravalle della Colomba

Ad appena 17 chilometri da Salsomaggiore, è possibile visitare l’abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba la cui gloriosa storia risale al XII secolo. L’abbazia vanta una filiazione diretta da san Bernardo, il riformatore dell’ordine benedettino da cui nacquero i cistercensi.

abbazia

Già nel 1137 papa Innocenzo II inviò a san Bernardo il primo privilegio papale riguardante il monastero, che poi sarà accolto sotto la protezione della Sede Apostolica con un atto di papa Lucio II del 1144.

Da allora fino all’epoca napoleonica i monaci cistercensi popolarono questa abbazia facedola diventare un punto di riferimento religioso e civile per tutta l’Italia settentrionale. I monaci, fedeli al moto benedettino “ora et labora” bonificarono le terre, le coltivarono, allevarono animali, studiarono e conservarono libri e documenti.

All’inizio del XIX secolo due decreti napoleonici soppressero il monastero e confiscarono i beni. L’archivio, la biblioteca e gli arredi vennero dispersi; i mille ettari di terreno e i fabbricati divennero proprietà degli Ospedali Civili di Piacenza. I monaci furono allontanati e a Chiaravalle rimasero solo due religiosi, uno come parroco e l’altro come insegnante. Iniziò un periodo di decadenza che si interruppe quando il parroco monsignor Guglielmo Bettuzzi cominciò un’attività di recupero, coinvolgendo anche la Sovrintendenza che realizzò alcune campagne di restauro. Riemersero così capolavori d’arte dimenticati, come la Crocifissione ospitata dalla Sagrestia. I restauri sono proseguiti nel tempo ed oggi l’abbazia è tornata agli splendori di un tempo.

Anche i monaci dal 1937 sono tornati a vivere fra le antiche mura. I visitatori possono acquistare i prodotti del loro lavoro: liquori, tisane, medicine e infusi naturali, miele. Tutto il complesso architettonico merita una approfondita visita ma certo non può essere trascurato lo stupendo chiostro del XIII secolo, l’unico perfettamente conservato nel territorio regionale in ambito extraurbano. Si compone di ventiquattro partizioni a quadrifora, novantasei arcatelle ogivali, centotrenta colonnine binate in marmo rosa di Verona, venti speroni a contrafforte avanzati nel cortile.

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L’abbazia accoglie visitatori in ogni periodo dell’anno, ma un momento in cui i pellegrini affluiscono numerosi è fra maggio e giugno in occasione della festa del Copus Domini. Nella navata centrale della basilica viene predisposta dai monaci con l’aiuto dei fedeli una stupenda infiorata. Sono realizzati quadri a tema religioso (diverso ogni anno) mettendo insieme i petali di fiori dai colori diversi. È una tradizione antica sorta dall’abitudine di cospargere di fiori il percorso della processione del Corpus Domini. Ma poiché i fiori poi venivano calpestati, i monaci pensarono alla realizzazione di un tappeto fiorito che avesse una maggiore durata.

La basilica è una preziosa testimonianza dell’architettura cistercense in Italia e conserva l’impianto romanico antico, con elementi di precoce transizione al gotico. Sono visitabili anche la sala del Capitolo (dove i monaci si riuniscono per discutere e deliberare), il Parlatorio ed il dormitorio, che adesso ospita un museo con la storia dell’abbazia ed una sala per incontri


L’Abbazia è aperta ai visitatori al mattino dalle ore 8:30 alle 12 ed il pomeriggio dalle 14:30 alle 18:30

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